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La crisi economica riduce la possibilità di scelta e spinge solo alla ricerca della convenienza.
Una recente ricerca di mercato sui consumi alimentari degli anziani nel nostro paese, ha evidenziato un cambiamento nella loro dieta, dove pane e frutta restano protagonisti, ma gli altri alimenti vengono limitati, soprattutto per esigenze economiche.
Anche la scelta dell’esercizio commerciale è condizionata dalla crisi del potere di acquisto degli anziani e il discount diventa il primo riferimento dei nostri nonni.
Il successo dei discount è, infatti, un dato prevalente in tutto il paese, ma per moltissimi pensionati pare essere diventato l’unico luogo per gli acquisti.
I dati non sono univoci per tutto il paese e i condizionamenti culturali o sarebbe meglio dire gastronomici, influenzano le scelte. Così a nord-ovest si rinuncia meno al formaggio e al sud al pesce, anche se il calo dei prodotti di qualità e con un rapporto quantità prezzo sfavorevole, è diffuso e generale. Anche la composizione del nucleo familiare influenza gli acquisti e gli anziani che vivono da soli hanno una dieta meno varia e molto economica.
L’identikit dell’anziano più in difficoltà è quello dell’over75, che vive solo, con pensione ridotta e che abita al sud o sulle isole.
Ovviamente il problema non è solo della limitazione di scelta, ma soprattutto della qualità e della sicurezza di cosa mangiano i nostri anziani. L’affannosa ricerca di cosa costa poco, può infatti far chiudere un occhio sull’effettiva bontà di quanto viene messo nel piatto.
La garanzia di qualità e sicurezza dei prodotti alimentari certificata dalla filiera italiana, difficilmente trova posto in quegli esercizi commerciali che puntano solo al prezzo, ma questo comporta un rischio, soprattutto per gli anziani: una categoria più debole.
Il bilancio di sostenibilità Fumagalli